Una donna avendo un marito ubbriaco, e volendolo guarire da quella ubbriachezza, fece questo: trovandolo un giorno ubbriaco lo portò in una sepoltura come morto. Quando pensò, che fosse svegliato, andò, e battè all’uscio del sepolcro, ed egli disse. Chi sei tu, che batti alla porta? e la moglie rispose: Io porto da mangiare a’ morti. Egli rispose: non mi portar da mangiare, ma da bere, tu mi dai mala nuova quando tu mi porti da mangiare e non da bere. Quella piangendo, disse: O sfortunata me ch’io non t’ho giovato niente con l’astuzia, perchè non solo non ti sei emendato, ma sei diventato peggiore.
Sentenza della favola
Questa favola c’insegna, che non bisogna perseverare nel male, perchè la consuetudine piega assai l’uomo al mal fare, benchè non vogli.
n. 055, p. 129