Di una Volpe e d'una Testa di Lupo di marmo

Entrò una volpe in casa d’uno Scultore, e andava mescolando tutti gli strumenti e tutte le massarizie di casa: e trovò una testa di Lupo di Marmo, con somma diligenza, ed arte fatta. Come l’ebbe in mano disse: O testa fatta di gran sentimento, e niun sentimento tieni. Sentenza della favola Questa favola appartiene a quelli, che son belli di corpo, e non hanno senso d’animo, nè industria alcuna. »

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De' Galli, e la Starna

Avendo uno certi Galli in casa, comprò una Starna, e quella mise in compagnia loro per ingrassarla insieme, e subito tutti i Galli, la morderono, e la Starna s’affliggeva da se medesima pensando, che quel che facevano i Galli, fosse perchè era differente dalla loro stirpe. Ma quando vide, che combattevano ancora fra loro, e si pungevano si confortò del suo dolore, e disse: Damò innanzi io non mi datò fastidio, poichè veggo oh’ essi ancora combattono fra loro. »

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Della Volpe, ed il Lione

Non avendo mai più veduto la Volpe il Leone, un giorno incontraronsi in lui sbigottissi di sorte, che poco mancò, che non morisse, e un’altra volta accadendogli il medesimo, si sbigottì, vedendo il Leone, ma non tanto quanto prima, e la terza volta quando vide il medesimo Leone, non solo non si smarrì, ma confidentemente con esso cominciò a parlare, o confabulare. Sentenza della favola Questa favola significa, che la continua conversazione, fa che quelle cose che noi temiamo grandemente, ne pajano piacevoli. »

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Del Mare, e d'un Pastore

In un luogo vicino al Mare un Pastore guardava un gregge di pecore; vedendo il Mare quieto, gli venne voglia di navigare. Vendute le pecore, comprò una quantità di palme, e navigava, e vedendo gran tempesta talchè la nave era per affogarsi, tutto il peso della nave gettò in mare; e così scemata la nave appena scampò. Dopo alquanti giorni meravigliandosi della bonaccia del mare, il quale era veramente quieto; rispondendo disse: per quanto io posso comprendere ei sta placido, e quieto, perchè di nuovo vorria delle palme. »

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Di un Medico e d'un Infermo

Un infermo dimandato dal Medico come si sentiva, rispose, fuori di modo sono sudato tutto. Ed il Medico: questo è buon segno. Un altro giorno addimandato di nuovo come stasse, rispose, esser preso da freddo. Ed il Medico rispose, che era buon segno. La terza volta essendo addimandato, rispose, per il flusso del corpo esser manco: Ed il Medico rispose: Questo è buon segno. All’ultimo fu dimandato da un suo amico come stava, ed esso rispose: Io sto bene, ma muojo. »

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Dell'Asino, e del Lupo

Si affliggeva un Asino per uno stecco ch’aveva in un piede, e vedendo il Lupo disse: Lupo, io muojo di dolore, e sarò mangiato da’ corvi, or una grazia ti domando: levami questo stecco dal piede, acciocchè almeno io muoja senza dolore. Ed il Lupo con i denti dinanzi piano morsicando gli levò lo stecco del piede: l’Asino scordatosi del dolore gli diede co’ piedi ferrati nel muso, e gli ruppe la fronte, i denti, e il naso, e fuggì. »

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Di un Cane, e un Macellaro

Un Cane entrò nel Macello a un’ora che il Macellaro era occupato in altro, e pigliando il cuore d’un bue se ne fuggì via, e il Macellaro vedendolo fuggire, disse: O cane va con Dio, che dove sarai ti osserverò, perché tu non m’hai tolto il cuore, ma me l’hai dato. Sentenza della favola Questa favola dimostra, che gli adulatori sono da esser ripresi. n. 010, p. 107 »

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Di un Trombetta

Era un Trombetta, che in guerra sonava la Tromba, e fu pigliato da’ nemici, ed ei gridando diceva a quelli, che l’avevano preso. Non mi vogliate ammazzare, perch’io sono innocente, e mai in tempo di mia vita non ammazzai alcuno, e non ho altro che questa Tromba. Ed essi risposero, E per questo tu meriti di essere ammazzato, perchè non essendo tu atto a combattere, sei ad incitarvi gli altri. »

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Della Canna, e l'Oliva

Una volta si vantava l’Oliva di costanza, fortezza, e fermezza, e rimproverava alla Canna, che come fragile ad ogni vento si moveva. La Canna stava quieta. Non passò lungo tempo, che venne un gran vento, e la Canna si muoveva, e piegava, e l’Oliva volendo resistere alla violenza del vento, si spezzò. Sentenza della favola Per questa favola siamo avvertiti, che quelli, che a più forti a tempo cedono, sono migliori di quelli, che non gli cedono. »

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Di due Amici, ed un Orso

Due amici andando insieme, per viaggio incontraronsi in un Orso, ed uno di quelli sbigottito montò sopra un Albero, e l’altro non vedendosi pari a combattere con l’Orso, cascando in terra finse esser morto. Venuto l’Orso odorava l’orecchie, e ‘l naso di quel che giaceva in terra, e quello teneva il fiato per respirare, e pensando, ch’ei fosse morto andò via, perchè dicono, che l’Orso non tocca mai corpi morti. »

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