Favole di Esopo Frigio

Un Uccellatore, pigliate le reti, andò ad uccellare, e vedendo in cima ad un arbore un Palombo, assettando le reti, pian-piano le accostava all’uccello, sperando di pigliarlo. In questa sua cacciagione, assettava la rete, e guardando sempre in alto, mise un piede sopra una Vipera, la quale percossa dal dolore, morsicò l’Uccellatore, il quale morendo disse: Oimè sfortunato, che cercando di prender altrui muojo. Sentenza della favola Questo favola significa, che spesso alcuno sperando prender altrui, viene preso. »

Il Tonno perseguitato da un Delfino, fuggendo impetuosamente, corse in una spiaggia, e restò in luogo asciutto, nel qual luogo il Delfino ancora esso restò. E morendo il Tonno, vide, che il Delfino ancora lui moriva, e disse: La morte non mi è punto molesta, poichè io veggio morir meco quello, che è stato cagione della morte mia. Sentenza della favola Questa favola significa, che dobbiamo pazientemente sopportare il male, quando vediamo che chi n’è la causa patisce male egli ancora. »

Essendo morsicato un Uomo da un Cane, andava dimandando a tutti, che gl’insegnassero qualche medicina, e trovò uno, che vedendo la qualità del male, gli disse: Uomo se vuoi guarire, piglia una crosta di Pane, e dalla al Cane, che ti ha morsicato. Al quale colui ridendo rispose: Certo, se io facessi questo, sarei degno d’essere morsicato da tutti i Cani di questa terra. Sentenza della favola Questa favola significa, che gli uomini cattivi quanto hanno maggior piacere, tanto più s’inanimano a far male. »

Nel tempo del Verno essendo un Villano nel campo gli mancò da mangiare, ed ammazzate tutte le pecore se le mangiò; e poi tutte le capre, ed ultimamente ammazzati i buoi dell’aratro, delle carni di quelli si nutriva, la qual cosa vedendo i cani, parlando tra loro si risolsero di fuggire, dicendo: Se ‘l Padrone non perdona i buoi dell’aratro, non perdonerà nè anco noi. Sentenza della favola Questa favola significa, che dobbiamo fuggir quelli, che trattano male i loro famigliari, e domestici. »

Aveva fatto amicizia un Uomo con un Satiro, e stando a mangiare insieme l’Uomo aveva freddo, ponendosi l’Uomo le mani alla bocca, col fiato le riscaldava. La qual cosa vedendo il Satiro, domandò perchè facesse questo; Ed egli rispose: Io le mani riscaldo col fiato. In fra poco fu portato cibo caldo da mangiare, e l’uomo di nuovo pose il cibo appresso la bocca per raffreddarlo, ed il Satiro domandò perchè facesse questo; ed esso rispose: Acciocchè col fiato io raffreddi il cibo. »

Trovandosi un Cavallo, ed un Asino carichi in Viaggio, disse l’Asino al Cavallo: se tu non vuoi ch’io muoja, levami una parte di questo peso ch’io porto. Non volendo il Cavallo far ciò, l’Asino per soverchio peso cadde morto. Allora il Padrone tutto il peso, che portava l’Asino, ed anco la pelle ch’aveva levata all’Asino, pose sopra la soma del Cavallo, del quale peso essendo troppo gravato, disse: Io porto raionevolmente questa gravezza, perchè non volendo portare una parte del peso dell’Asino, al presente lo porto tutto, e la sua pelle ancora. »

Un Pescatore avendo messo in mare le reti, prese un pesce piccolo, il quale lo pregava di lasciarlo andare, e crescere, anciocchè con maggior comodità lo potesse godere un’altra volta. Il Pescatore rispose: io pazzo sarei: se avendo il guadagno in mano, benchè piccolo, io lasciassi andare con isperanza del bene, che ha da venire, quantunque grande. Sentenza della favola Questa favola c’insegna che è pazzo colui che per isperanza di maggior guadagno, lascia andare ciò che ha in mano, benchè sia piccolo. »

Andò un Uomo cattivo all’oracolo d’Apollo per tentare, ed esperimentare se diceva la verità, e tenendo in mano un Passero sotto il mantello, dimandò, se ciò, ch’egli aveva in mano era vivo, o morto, avendo in animo, se morto, rispondeva, di lasciare il Passero vivo, e se rispondeva: vivo, subito ammazzarlo sotto il mantello, avanti che lo cacciasse fuori. Ma il Dio intendendo l’astuzia ascosa di quell’uomo, rispose: O tu, che mi domandi consiglio, quel che vuoi fare fa, perchè è in tua potestà: caccia fuori ciò che hai in mano, o vivo o morto, come piace a te. »

Andò uno in pellegrinaggio per alcun tempo, essendo tornato a casa si vantava di aver fatto molte gran cose in diverse parti del Mondo, e tra l’altre, che aveva vinto a Rodi tutti i Rodiani a saltare, e che di questo potevano esser testimoni, tutti quei che vi furono presenti. Al quale uno rispose: O uomo, se è vero quel, che dici, non fanno bisogno testimoni, ecco qui Rodi: ecco qui l’abbattimento, ed il campo per saltare. »

Un Carbonaro abitando in casa a pigione invitò un Netta panni, che abitava appresso a lui, che con lui abitasse. Il Netta panni disse: O uomo, questo non mi saria utile alcuno, perchè ciò che io polissi, tu con polve del carbone brutteresti. Sentenza della favola Questa favola significa, che con i tristi, e scellerati non dobbiamo aver alcuna compagnia. n. 017, p. 110 »